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Vincent Van Gogh, considerato uno dei
più grandi e geniali pittori di tutti i tempi, totalmente
incompreso in vita, in un lasso di tempo relativamente
breve dipinse una grande quantità di quadri, divenuti famosi
solo dopo la sua morte
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Van Gogh
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 Quando
si parla di Van Gogh, non si può non
parlare anche della dicotomia genio-follia;
indicando in quest'ultima il motore della
pittura originale ed unica del grande
artista Olandese. Altri ritengono invece che
Van Gogh dipingesse nei momenti di
sanità e lucidità, e che la sua genialità
non fosse connessa alla follia, alimentata
invece dai rapporti con alcuni membri della
sua famiglia. Sono mille le congetture di
malattia, tutte basate su ipotesi fatte a
posteriori: chi prende spunto dalla
biografia, parla di un incrudelirsi della
malattia venerea, o addirittura di una
possibile ereditarietà dal padre di
sifilide, oppure di schizofrenia,
depressione, etc. Chi prende spunto dalla
sua arte, vede nei suoi quadri
spiraleggianti, delle caratteristiche comuni
a mille altri pazienti affetti da malattie
degenerative del cervello. Altri invece
scindono completamente questi ed altri
motivi pittorici da presunte degenerazioni
patologiche, considerandoli pura arte. Con i
mezzi attuali, ogni supposizione è
possibile, perciò nessuna è unica e
veritiera. Ciò che è permesso dire, è che
l'arte di Van Gogh è illuminante, e la sua
figura, magra piccola e solitaria nella
carne, si staglia in realtà gigantesca e
poderosa nella storia dell'arte e dei
sentimenti umani.
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Vincent Van Gogh, la famiglia ed il
fratello Theo ...
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Contrariamente agli altri componenti
della famiglia Van Gogh, Theo rimarrà
sempre molto vicino al fratello Vincent
aiutandolo anche finanziariamente ed
incitandolo a proseguire nella pittura:
Vincent va quindi a Bruxelles e frequenta la
scuola d'arte, dove fa conoscenza con
diversi pittori diventando nel (1880) amico
del pittore nederlandese Anton van Rappard.
In questo periodo realizza copie di opere di
Jean-François Millet.
Nel 1881 si innamora della cugina
Cornelia, detta Kee, vedova da poco tempo e
con un figlio, senza però esserne
corrisposto. Ad una sua richiesta di
matrimonio lei lo rifiuta non ricevendolo in
casa. Disperato, Van Gogh si brucia la mano
sinistra con la fiamma di una lampada,
cercando di dimostrare l'intensità del suo
amore. Rifiutando ancora una volta un aiuto
economico dai genitori, Van Gogh riparte per
l'Aja dove prende lezioni dal pittore Anton
Mauve, cognato della madre; anche con lui
però i rapporti si deteriorano, perché
Vincent non vuole come modelli calchi di
gesso.
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